Mappatura partecipata: quando l’innovazione incontra il bene pubblico

by Tommaso Rossi on 22 Febbraio 2017

La mappatura partecipata: che cos’è e le sue caratteristiche

Negli ultimi 20 anni si è assistito ad un aumento significativo delle iniziative di mappatura partecipata, iniziative che consistono nella creazione di mappe basate sul coinvolgimento diretto delle comunità locali. Il comune denominatore di queste attività è il fatto che non siano intraprese da cartografi, ma da gruppi di persone legate da interessi e caratteristiche comuni, come la condivisione del territorio, di determinate caratteristiche fisiche o socio-culturali.

Le mappe che nascono da questi processi partecipativi possono fornire un ampio spettro di informazioni oppure concentrarsi su una sola variabile, ad esempio la distribuzione delle risorse naturali, dei servizi sanitari, dei centri ricreativi, museali ecc.

Quello che rende di grande valore questo processo è la multidisciplinarietà delle sue implicazioni. In primo luogo, la lettura di un territorio attraverso le informazioni fornite dai suoi abitanti può consentire di analizzarne sia gli aspetti socio-economici e socio-culturali, che la fruizione o la qualità dei luoghi. Il percorso partecipativo può, inoltre, rappresentare una best- civico-politica utile all’aumento della coesione di una comunità, al miglioramento del proprio territorio fino ad una responsabilizzazione nei confronti della cosa pubblica e ad un maggior engagement a livello decisionale.

Gli strumenti e le esperienze

Gli strumenti utilizzati per il coinvolgimento delle comunità vanno da modelli in scala e disegni, i cui dati possono essere digitalizzati e incorporati in un GIS (Geographic Information System), fino a informazioni ricavate da immagini satellitari, GPS e file multimediali.

Una delle esperienze di maggior successo a livello internazionale di mappatura partecipata, che fonde immagini aeree, dispositivi GPS e mappe sul campo low-tech, è quella di OpenStreetMap. Il progetto coinvolge una comunità di utenti che contribuiscono ad aggiornare manualmente dati su strade, sentieri, stazioni, ospedali, luoghi di ristoro e attività all’aria aperta in tutto il mondo. OpenStreetMap costituisce un’alternativa open source ad altre mappe disponibili sul web che, nonostante siano affidabili, spesso sono vincolate da restrizioni tecniche o legali.

Un’esperienza di successo che sfrutta un approccio multimediale e l’integrazione di dati spaziali e non, consentendo la geomappatura di video, foto e suoni, è quella realizzata a Napoli con il progetto MappiNA. Gli utenti hanno contribuito a disegnare il volto della città sotto il profilo culturale segnalando eventi, monumenti ma anche spazi abbandonati, fornendo così utili indicazioni per la riqualificazione urbana.

Mappatura in tempo reale per il bene pubblico: Kimap

Le possibilità offerte dalla tecnologia hanno avviato una vera e propria escalation nella realizzazione di mappature partecipate sempre più precise e aggiornate. È questo il caso di Google Traffic, che permette al singolo cittadino di visualizzare sul proprio smartphone le informazioni aggregate sul traffico della gran parte delle strade urbane del mondo. Google Traffic si basa sulle tracce GPS lasciate dai milioni di utenti di Google Maps che, tramite i loro smartphone, inviano dati sulla loro posizione, dando così agli algoritmi di Google una base dati sempre aggiornata su cui costruire i propri servizi di navigazione.

I cittadini tuttavia, sono spesso inconsapevoli di contribuire alla produzione di dati, sfruttati per soli scopi commerciali. Da qui l’esigenza di nuove realtà che permettano mappature partecipate in tempo reale e studiate per restituire alla comunità dati utili e liberi. È in questo contesto che si colloca il progetto Kimap, ideato dalla start-up innovativa fiorentina Kinoa s.r.l., che permette una mappatura partecipata in tempo reale delle barriere architettoniche, offrendo così un supporto alla navigazione.

L’obiettivo di Kimap è l’incremento dell’autonomia e della mobilità dei disabili su percorsi sia urbani che extra-urbani. La community protagonista della raccolta dati è costituita dai disabili stessi, che attraverso un dispositivo IoT integrato nei loro ausili realizza in modo automatico la mappatura. Gli utenti saranno poi guidati attraverso la navigazione da una app per smartphones sui percorsi compatibili con la loro tipologia di ausilio (es. carrozzina a spinta manuale vs a motore elettrico).

Kimap ha tutti le carte in regola per essere il nuovo strumento per fare mappatura partecipata; empowerment della community, creazione di open data in tempo reale finalizzati al miglioramento della vita dei cittadini e allo sviluppo del territorio.

 

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