Lo scorso 13 Ottobre siamo stati all’Internet Festival di Pisa e ci siamo divertiti a riflettere con circa 80 ragazzi di due istituti superiori pisani sulle “regole non scritte” di Instagram.
Ogni ragazzo sa bene, infatti, cosa si può pubblicare e cosa non si può pubblicare se vogliamo essere popolari sul Social Network del momento.
Le regole del profilo perfetto
Per prima cosa abbiamo lanciato uno dei nostri sondaggi interattivi e, in tempo reale, gli studenti hanno potuto dire ciò di cui si può parlare e ciò di cui non si può parlare su Instagram se non vogliamo apparire degli “sfigati”.
Gli argomenti ritenuti popolari ed instagrammabili dai ragazzi sono stati (in ordine):
1. Meme
2. Corpo femminile
3. Moda e bellezza
4. Calcio
5. Cibo
Commentando questi risultati i ragazzi hanno aggiunto che Instagram è il luogo della bellezza e dell’apparire, però anche del divertimento. Infatti la maggior parte dei ragazzi cerca su Instagram dei meme che facciano ridere e parlino di attualità in maniera ironica. Un meme è una vignetta o un immagine che diventa famosa in Internet e che gli utenti stessi modificano di volta in volta con un testo a piacere, adattandola all’attualità.
Ma attenzione: i meme devono essere aggiornati e non “vecchi”, altrimenti non sono più divertenti ma ridicoli.
Gli argomenti ritenuti impopolari e inopportuni sono invece stati (in ordine):
1- Religione
2- Scuola
3- Politica
4- Videogiochi
5- La vita “reale”
Per i ragazzi gli argomenti tabù su Instagram sono tutti quelli ritenuti “seri”: la religione, ma anche ciò che si studia a scuola. In generale, la vita reale appare noiosa e non interessante da raccontare su Instagram. I videogiochi, anche se sono un passatempo, sono ritenuti da “nerd” e quindi poco attraenti.
La sfida: creare l’anti-influencer
Abbiamo quindi chiesto ai ragazzi, divisi in squadre da 4 componenti secondo il format Social Challenge, di creare dei profili Instagram di personaggi poco popolari e di immaginare una loro giornata tipo attraverso post e storie. I risultati sono stati davvero divertenti e ci permettono di capire meglio le regole non scritte che gli adolescenti conoscono benissimo.
I personaggi creati
I ragazzi hanno quindi immaginato dei personaggi che non potrebbero spopolare su Instagram, degli anti-influencer. C’è, ad esempio, il kebabbaro che racconta per filo e per segno la propria giornata, il fan del Papa, il fan della serie animata Adventure Time, il professore di filosofia ambientalista, il fan del manga giapponese Naruto e il fan del videogioco Fortnite (e della religione).





Elogio dell’imperfezione e degli outsider
I ragazzi hanno ironizzato sull’ansia di apparire perfetti che domina Instagram, ancora più che altri Social Network. Hanno mostrato pranzi brutti e impiattati male, delusioni amorose, espressioni infantili e frasi decisamente poco accattivanti, tipiche di un target di utenti più “adulto” che, generalmente, non abita Instagram o che comunque i ragazzi non seguono.





Te lo dico con un meme
Altri ragazzi hanno invece giocato sui meme. Il linguaggio di Instagram, infatti, viaggia molto attraverso questo tipo di vignette umoristiche e modificabili dagli utenti. I ragazzi hanno dimostrato grande creatività e ironia nell’adattare immagini esistenti alla sfida lanciata durante l’Internet Festival, con risultati molto divertenti.



Tre insegnamenti che ci portiamo a casa
Grazie a questa sfida abbiamo capito alcune cose sul rapporto tra Instagram e adolescenti:
1- Consapevolezza della distinzione tra reale e virtuale: i ragazzi sanno benissimo che ciò che viene postato su Instagram non è la realtà ma una selezione di ciò che è bello, che può apparire appetibile e invidiabile. Lo sanno perché essi stessi stanno attentissimi alla propria immagine social e a ciò che postano. L’immagine è fondamentale su Instagram, ma non manca la consapevolezza che la vita vera è un’altra cosa.
2- Mondi separati: i ragazzi non vogliono stare in luoghi abitati da adulti. Instagram è come il luogo di ritrovo, il muretto o il bar del quartiere. Se arriva un adulto e si intrufola nella conversazione dei ragazzi, i ragazzi scappano. Al tempo stesso, Instagram non è un luogo da bambini e pre-adolescenti: per loro c’è TikTok.
3- Se vuoi parlare agli adolescenti, fai un meme: il meme è il linguaggio preferito dai ragazzi, perché fa ridere, ma con intelligenza. Forse alla fine Instagram non è un luogo così superficiale come qualcuno vuol far credere. Per riuscire a starci dentro occorre tanto, tanto lavoro.