Cosa va e cosa resta, uso di tempo verticale e orizzontale su Instagram

Il team di Retesviluppo studia e lavora ormai da tempo su Instagram. Diversamente da altri social network, Instagram si muove su due tempi differenti che, in qualche modo, rispecchiano il modo in cui scorre il tempo della nostra vita

Instagram permette di condividere due diversi tipi di contenuto:

  • I post: foto e video accompagnati da una breve didascalia e hashtag che restano nella bacheca dell’utente. Gli altri utenti possono interagire pubblicamente con i post, mettendo “like” (il cui simboli su Instagram è un cuore) o commentando. Il formato dei post è quadrato.

Esempio di post

  • Le storie: sono foto e brevi video che dopo 24 ore dalla pubblicazione vengono cancellate automaticamente. Sulle storie è possibile applicare adesivi e gif animate e, da poco, inserire una canzone di sottofondo. L’interazione nelle storie è solo privata, chi vuole rispondere a una storia lo può fare solo tramite un messaggio privato oppure ricondividendola tra le proprie storie. Attraverso le storie è possibile anche effettuare piccoli sondaggi o chiedere agli altri utenti di porre una domanda a cui rispondere. Il formato delle storie ricalca esattamente la schermata dello smartphone.

Esempio di storia

Un tempo per ogni contenuto: tempo verticale e tempo orizzontale

Il tempo verticale è quello dei post, che si scorrono attraverso un movimento verticale sul touch screen dei nostri telefonini. I post rimangono nel profilo Instagram e possiamo vederli anche a distanza di tempo.

Il tempo orizzontale è invece quello delle storie, che visualizziamo scorrendo orizzontalmente e che si cancellano automaticamente ogni 24 ore. E’ il tempo effimero nel senso etimologico del termine, dal greco ἐϕήμερος, composto da ἐπί, cioè “sopra” e ἡμέρα , cioè “giorno”. Quindi effimero è proprio ciò che “dura un solo giorno”.

I post fissano quello che resta, le storie condividono in maniera rapida quello che poi è destinato a scorrere e ad essere dimenticato.

Ricerca esplorativa: focus group

Cogliere la sfumatura tra un contenuto che merita un post e un contenuto adatto ad una storia non è affatto semplice. Nei focus group sull’uso di Instagram che abbiamo condotto come laboratorio su alcuni studenti delle scuole superiori della provincia di Firenze, i ragazzi hanno saputo spiegare a voce quando scelgono di fare una storia e quando un post solo in parte, come si può vedere dalla trascrizione dei focus:

Intervistatore: “Come faccio a capire se una cosa è adatta da essere messa in un post o in una storia?”

Ragazzo1: “Tutto quello che ti succede è una storia”

Ragazza1: “Una bella foto è un post”

Ragazzo2: “No, secondo me no, direi quasi inspiegabile, nel senso che noi tutti lo sappiamo ma altre persone come te, grandi (riferito all’intervistatore n.d.r), non ce la farete mai a saperlo. Magari anche fai una cosa ma è un post”

Ragazzo1: “Le storie sono le cose più istantanee, che rimangano un giorno e poi ciao”

Ragazzo3: “Se è uno sketch fai una storia”

Ragazzo2: “Tipo quando ha nevicato tre quarti delle persone sulle storie hanno messo il video che nevicava”

Ragazzo3: “Il post è quando ti svegli, vedi che sei molto bello e ti fai una foto”

Ragazza2: “Il post sono le foto belle con le mie amiche”

Ragazzo2: “In gita delle 800 foto che hai fatto ne metti una come post, la più bella”

A parte la convinzione, da parte dei ragazzi, che Instagram sia un mondo le cui regole sono per lo più sconosciute ai “grandi”, dai focus emerge chiaramente che il confine tra storia e post è sottile e discrezionale, anche se una cosa è certa: quello che si merita di rimanere in un post è solo la parte più “bella”.

La ricerca sul campo: Galileo Social Challenge

Per approfondire questo aspetto sul campo si è scelto di utilizzare il metodo Social Challenge. Durante la Galileo Social Challenge, che ha coinvolto circa 100 studenti di diverse scuole fiorentine, il nostro team ha proposto ai ragazzi 4 sfide da portare avanti attraverso il profilo, creato dai ragazzi stessi, di un personaggio studiato a scuola.

In tutto sono stati creati 14 profili di personaggi scelti dai ragazzi tra quelli che in questi anni hanno incontrato tra i libri di scuola.

Proprio per cogliere le sfumature nell’uso di tempo verticale e tempo orizzontale, si è deciso di chiedere ai ragazzi di rispondere agli stimoli proposti scegliendo loro stessi, di volta in volta, se fare un post o se fare una storia. In questo modo si è lasciata piena libertà di espressione ai ragazzi, che hanno potuto connotare i loro personaggi sia dal punto di vista del registro utilizzato sia nella capacità di muoversi con dimestichezza nel tempo verticale e orizzontale di Instagram.

Le quattro sfide proposte riguardavano situazioni della vita quotidiana in cui i personaggi dovevano produrre un post o una storia: la mattina al risveglio, l’innamoramento, l’interazione con un altro personaggio della sfida e il momento del pasto.

I risultati rivelano chiaramente che le storie sono lo strumento preferito per la gestione dell’interazione con altri utenti. Nella prova in cui il personaggio doveva interagire con un altro profilo, 11 squadre su 14 hanno scelto di utilizzare una storia. Il tempo orizzontale sembra essere quindi quello dello scambio di battute, della condivisione di momenti passati insieme, del lancio di provocazioni. La sfida in cui, invece, i ragazzi hanno scelto di utilizzare prevalentemente i post è stata quella relativa all’amore (10 squadre su 14). Il tempo verticale, quello che resta, è quindi quello delle relazioni amorose e dell’amore in generale.

Se mi lasci non ti cancello

Al termine del gioco/contest è stata anche effettuata una breve discussione con i ragazzi che hanno partecipato ed è stato chiesto loro di provare a spiegare che criterio avessero utilizzato per scegliere se creare un post o una storia. “L’amore è qualcosa che rimane”, hanno detto gli studenti. Se le interazioni, scherzose o serie, con gli amici, il risveglio, i pasti, le cose del quotidiano, fanno parte di quel tempo orizzontale effimero, che ogni 24 ore si cancella e riparte, l’amore è qualcosa che merita un posto nel tempo verticale della nostra esistenza. Chissà cosa penserebbe Zygmunt Bauman e come concilierebbe con il suo “amore liquido” questa scelta dei ragazzi di immortalare l’amore come qualcosa che resta impresso, probabilmente non solo in una bacheca di Instagram.

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