Realtà virtuale e dati, così si rinnova il giornalismo

Il Creative Technologist Mark Boas: portare nuove forme di empatia per entrare dentro le notizie

“Immaginate l’empatia di camminare con un visore di realtà virtuale nella città di Aleppo prima della guerra, e con un solo tocco essere proiettati nello stesso posto adesso, distrutto” – inizia così il racconto di Mark Boas, sviluppatore specializzato in media e web, con una collaborazione con Al Jazeera.

Mark Boas con il gruppo di lavoro di giovani fiorentini

Davanti a lui una platea di giovani, studenti universitari e sviluppatori, riuniti per l’occasione nella sede fiorentina di reteSviluppo. Si avvia così un percorso formativo finalizzato allo sviluppo di un gruppo di lavoro che utilizzi in modo continuo e professionale i dati, rendendoli fruibili attraverso la data visualization.

In un contesto in cui i lettori hanno a disposizione una quantità enorme di informazione – il 43,7% degli utenti non cerca le notizie, ma è raggiunto da esse durante la navigazione su Facebook – l’empatia e la capacità di restituire al lettore un buon grado di approfondimento sono infatti di enorme importanza. La raccolta e visualizzazione dei dati consente di fruire più pienamente della notizia, contrastando la tendenza allo scarso approfondimento e alla poca attenzione nei confronti della notizia. Trovare modi per restituire il giusto peso ai fatti che accadono è infatti una delle principali sfide di un giornalismo in crisi, che per attirare utenti è sempre più proteso a pubblicare notizie di scarsa rilevanza, con un crescente spazio per il gossip e per gli amici a quattro zampe.

Il data journalism e la facilità di visualizzazione e approfondimento dei dati possono rivelarsi poi una potente arma contro le fake news che ammorbano i fruitori di notizie online. La sfida del gruppo di lavoro dei giovani fiorentini è quella di dare una nuova empatia, dando all’utente la possibilità di entrare dentro la notizia, non solo visualizzando i fatti rilevanti in un modo intuitivo e che resta impresso nella memoria, ma potendoci interagire.

Florence Nightingale, 1858 – Diagramma delle cause di mortalità dell’esercito britannico ad Est (le aree indicano il numero di morti, i colori le cause di morte: in blu malattie prevenibili, in rosso ferite di guerra, in nero altre cause)

La grande quantità disponibile di Open data e le analisi sempre più affinate dei Big data, combinate con modalità di visualizzazione e fruizione dei dati accessibili a tutti, possono restituire una fotografia della realtà interessante, ed aprire spazi di discussione scovando notizie attraverso l’analisi dei dati. La possibilità di geolocalizzare i dati dà forza poi alla dimensione spaziale dell’informazione, collocandola nei luoghi in cui è generata e ai quali è riferita.

La frontiera dell’empatia dell’utente è lo sviluppo di modalità di visualizzazione dei dati con la realtà virtuale e l’utilizzo dei visori, come ricordava l’esempio di Boas sulla guerra in Siria e la necessità di riportare il tema al centro dell’attenzione. Il gruppo di giovani fiorentini si occuperà di utilizzare e sviluppare strumenti per analizzare i dati e visualizzarli in modo coinvolgente, facile da approfondire e attraente, a partire dall’analisi del contesto locale e delle tante notizie nascoste nel nostro vivere quotidianamente il territorio.

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