Disabilità e resilienza come cura di sé: un’intervista con Barbara Morganti, aspirante pedagogista e tirocinante di ReteSviluppo

by Stefano Ciapini on 20 Gennaio 2020
  • Chi è Barbara? Descriviti in tre parole

Direi che sono una persona dolce, anche se con i miei lati forti, un po’ permalosetta e lavoratrice. E direi anche abbastanza resiliente, nonostante tutto.

  • Qual è il tuo ruolo all’interno di ReteSviluppo?

Sono qui per il tirocinio dell’Università. Sto per laurearmi alla magistrale in Scienze della formazione con una tesi su disabilità e resilienza come cura di sé stessi, come strumento positivo per autocurarsi e trovare una via di successo nel lavoro e nella vita. Studio per diventare pedagogista, spinta dal desiderio di aiutare gli altri trovando strade e metodi che mettano al centro la persona più che il suo problema. Qui a ReteSviluppo lavoro per promuovere sui social il lato positivo della disabilità e partecipo alla stesura di progetti e interventi nelle scuole. Ci siamo conosciuti alla mappatura dell’accessibilità di Prato di Kinoa e ci siamo trovati sin da subito.

  • Cos’è la resilienza nella vita quotidiana di una persona con disabilità?

È sia la resistenza agli sforzi di tipo fisico, sia la forza mentale necessaria a superare tutti i pregiudizi che affrontano nella vita di ogni giorno le persone con disabilità. La resilienza è anche la capacità di far fronte al fatto che quando parli con una persona, soprattutto se sconosciuta, sai che comunque lui o lei ti guarderà prima come disabile che come persona.

È lo sforzo continuo di trovare delle luci nonostante tutte le ombre.

  • Dalla tua esperienza personale, professionale o del tuo percorso di studi qual è la percezione della disabilità fra i bambini? Quali interventi sarebbero secondo te necessari?

Molto è cambiato rispetto a quando ho frequentato io le scuole, quando non c’erano percorsi ad hoc per le persone con disabilità e praticamente tutto era lasciato all’improvvisazione. Penso che ancora si potrebbe lavorare sull’accettazione da parte dei pari: quando cresci e il ruolo di risorsa affettiva e di intermediazione col mondo esterno della famiglia non ti basta più, trovare degli amici, delle persone con cui confrontarsi alla pari non è semplice. In questo senso si potrebbe lavorare in molti modi diversi. Sto lavorando per esempio a una serie di interventi in forma di gioco da proporre nelle scuole attraverso cui i ragazzi possono sperimentare alcune delle difficoltà sensoriali o fisiche che le persone con disabilità si trovano ad affrontare tutti i giorni. Esercizi semplici che aiutano però in modo concreto a capire le difficoltà e a guardare oltre, alla persona.

  • Progetti per il tuo futuro prossimo?

Spero che nel mio piccolo quello che faccio sia d’esempio per qualcuno, per i ragazzi con e senza disabilità, e mi aiuti a farmi conoscere. L’importante per me adesso però è laurearmi con un buon voto e trovare un lavoro che mi permetta di essere il più indipendente possibile.

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Toscana Solidale e Legge 45/2013: un esperimento tutto toscano

by Tommaso Rossi on 9 Dicembre 2013

La Regione Toscana con la legge regionale n. 45 del 2 agosto 2013 prevede una serie di interventi di sostegno economico rivolti alle famiglie numerose e/o con disabili a carico che versano in condizioni economiche svantaggiate, ai nuovi nati e ai lavoratori che non hanno ricevuto lo stipendio per alcuni mesi e che più in generale si trovano in situazioni di grave disagio economico. L’esperienza avviata dalla Regione Toscana, prima Regione a intraprendere questo tipo di iniziativa, avrà una durata di tre anni, dal 2013 al 2015. Dati alla mano: in Toscana tra le 12.000 e le 17.500 famiglie hanno un figlio disabile a carico. Vi sono 4900 famiglie numerose, con almeno quattro figli, di cui 3116 hanno l’indicatore ISEE inferiore ai 24.000 euro. L’età media del parto è 31 anni e la caratteristica regionale è quella di avare il tasso di fecondità tra i più bassi in un paese, l’Italia, in cui il livello di fecondità è tra i più bassi d’Europa.

In Toscana si ha una media di 1,17 figli per donna. Erano necessarie politiche che rispondessero in qualche modo al quadro delineato. Con l’articolo 60 della legge finanziaria per il 2013 (L.R 77/2012) si stanziano 5.000.000 da assegnare alle persone che risultano in condizioni di vulnerabilità e alle famiglie che versano in condizioni economiche difficili. Tali fondi vengono elargiti tramite piccoli prestiti sociali di massimo 3000 euro affidati ad associazioni che operano nel Terzo Settore. I soggetti che verranno coinvolti nelle iniziative di microcredito dovranno essere inseriti in progetti in cui si delineano gli obiettivi da raggiungere per quanto riguarda l’inserimento sociale e il miglioramento delle relazioni nella comunità di riferimento.

La restituzione del prestito dovrà avvenire entro 36 mesi e prevede forme alternative di estinzione del debito tramite lo svolgimento di attività di utilità sociale. Vediamo ora brevemente nel dettaglio l’entità (quanto viene stanziato), l’estensione (chi ne può beneficiare) e la durata (per quanto tempo) delle misure regionali a favore della famiglia. Il contributo a favore dei nuovi nati consiste in un sussidio monetario, un assegno di 700 euro alle madri dei nati nel triennio 2013-2015. Il contributo invece destinato alle famiglie numerose (con 4 figli o più) consiste in un beneficio direttamente proporzionale al numero dei figli: 700 euro per ciascun anno del triennio 2013-2015 con un incremento di 175 euro per ogni figlio oltre il quarto.

Per le famiglie con figli disabili la legge prevede la concessione di un contributo per ogni anno del triennio (2013-2015) di 700 euro per ogni figlio disabile a carico in condizione di accertata sussistenza della condizione di handicap permanente grave (art 3 comma 3 della legge 5 febbraio 1992 n.104). I contributi economici vengono destinati a tutti coloro che abbiano un indicatore ISEE non superiore a 24.000 euro annui. L’intervento riguarda i cittadini italiani, i cittadini europei e gli stranieri titolari della carta di soggiorno o del permesso di soggiorno di durata non inferiore ad un anno.

Per quanto riguarda le modalità procedurali, i contributi vengono concessi dal comune di residenza del richiedente, che svolgerà la funzione di soggetto intermedio nel filtraggio delle istanze da inoltrare alla Regione, ente che provvederà all’erogazione del beneficio. L’istanza, da presentarsi ogni anno, deve essere corredata dell’ultima attestazione ISEE, aggiornata all’ultima dichiarazione. La ricezione delle domande deve avvenire entro il 31 gennaio dell’anno successivo a quello per il quale si fa richiesta del contributo. La Regione provvederà alla redazione della modulistica, che verrà pubblicata in evidenza sul sito della Regione.

La legge regionale 45 del 2 agosto 2013 è entrata in vigore ad Agosto, e migliaia sono state già le istanze inoltrate ai diversi comuni. In un periodo contrassegnato dalla significata contrazione di risorse destinate alle politiche sociali, è bene ricordare che la Toscana ha messo in campo uno sforzo in più per dedicare maggiori risorse economiche a sostegno delle famiglie in condizioni di disagio socio-economico, senza tuttavia toccare il sistema dei servizi. I numeri delle richieste dei potenziali beneficiari dei contributi dimostrano che l’intervento regionale si sia andato ad inserire all’interno di una forte domanda sociale. Per maggiori informazioni, si rimanda alla sezione del sito della Regione Toscana dedicata alla L.R. 45/2013 Toscana Solidale

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Tommaso RossiToscana Solidale e Legge 45/2013: un esperimento tutto toscano