Arriva Zirma, la città digitale ideata da ReteSviluppo per riflettere sull’uso responsabile dei social network tra i pre-adolescenti

by Stefano Ciapini on 4 Febbraio 2020

Dopo il successo della Social Challenge e TikTok Party ReteSviluppo lancia Zirma, un nuovo progetto centrato sui giovani e i social network. Questa volta i protagonisti saranno i ragazzi delle scuole medie inferiori, che si muoveranno negli spazi virtuali di una piattaforma social creata appositamente per il progetto, Zirma appunto, vestendo i panni di diversi personaggi stereotipati e interagendo tra loro in modo sia libero che strutturato.

Cos’è Zirma?

Zirma è una città digitale, un luogo dove abitano virtualmente tante persone che interagiscono tra loro. Zirma è uno specchio della realtà ma anche un mondo a parte. Su Zirma puoi essere te stesso, ma puoi essere anche quello che vuoi, o anche quello che non vuoi, o anche tutte queste cose insieme.

Zeta di Zirma

Perché si chiama Zirma?

Zirma è una delle “città invisibili” di Italo Calvino. Non hai letto il libro? Prova a leggerlo, te lo consigliamo! Nella Zirma di Calvino le cose esistono perché si ripetono. In questa Zirma scegli tu cosa ripetere e cosa no, cosa dire e cosa non dire. Unica regola: ti devi divertire.

Il format di Zirma

La città di Zirma, sviluppata appositamente da Kinoa per conto di ReteSviluppo è quindi una piattaforma pensata per simulare un social network. Lo spazio virtuale della città sarà il luogo prediletto per le attività del nuovo laboratorio di ReteSviluppo per le scuole medie inferiori centrato sulla promozione di un uso responsabile dei social network tra i pre-adolescenti.

Come per tutti i metodi di ReteSviluppo, anche su Zirma si lavora in squadra. Attraverso una simulazione/gioco di ruolo i ragazzi impersoneranno alcuni abitanti della città digitale e interagiranno tra loro in maniera virtuale. Insieme cercheremo quindi di analizzare i nostri comportamenti digitali e riflettere su come, dal telefonino, non ci accorgiamo di fare del male agli altri. Attraverso il gioco/simulazione parleremo di hate speech, bullismo, stereotipi e molto altro.

I primi a sperimentare il viaggio dentro Zirma saranno i ragazzi di 3 classi prime della Scuola Media Pirandello di Firenze, dove ReteSviluppo, in collaborazione con la Diaconia Valdese Fiorentina, realizzerà i primi 3 laboratori. Ogni laboratorio dura complessivamente 6 ore distribuite su 3 incontri. E’ previsto anche un momento finale con i genitori dei ragazzi ai quali sarà illustrato tutto ciò che i figli hanno postato su Zirma.

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Come essere popolari su Instagram? Gli adolescenti ci insegnano l’insta-grammatica.

by Stefano Ciapini on 15 Ottobre 2019

Lo scorso 13 Ottobre siamo stati all’Internet Festival di Pisa e ci siamo divertiti a riflettere con circa 80 ragazzi di due istituti superiori pisani sulle “regole non scritte” di Instagram.

Ogni ragazzo sa bene, infatti, cosa si può pubblicare e cosa non si può pubblicare se vogliamo essere popolari sul Social Network del momento.

Le regole del profilo perfetto

Per prima cosa abbiamo lanciato uno dei nostri sondaggi interattivi e, in tempo reale, gli studenti hanno potuto dire ciò di cui si può parlare e ciò di cui non si può parlare su Instagram se non vogliamo apparire degli “sfigati”.

Gli argomenti ritenuti popolari ed instagrammabili dai ragazzi sono stati (in ordine):

1. Meme

2. Corpo femminile

3. Moda e bellezza

4. Calcio

5. Cibo

Commentando questi risultati i ragazzi hanno aggiunto che Instagram è il luogo della bellezza e dell’apparire, però anche del divertimento. Infatti la maggior parte dei ragazzi cerca su Instagram dei meme che facciano ridere e parlino di attualità in maniera ironica. Un meme è una vignetta o un immagine che diventa famosa in Internet e che gli utenti stessi modificano di volta in volta con un testo a piacere, adattandola all’attualità.

Ma attenzione: i meme devono essere aggiornati e non “vecchi”, altrimenti non sono più divertenti ma ridicoli.

Gli argomenti ritenuti impopolari e inopportuni sono invece stati (in ordine):

1- Religione

2- Scuola

3- Politica

4- Videogiochi

5- La vita “reale”

Per i ragazzi gli argomenti tabù su Instagram sono tutti quelli ritenuti “seri”: la religione, ma anche ciò che si studia a scuola. In generale, la vita reale appare noiosa e non interessante da raccontare su Instagram. I videogiochi, anche se sono un passatempo, sono ritenuti da “nerd” e quindi poco attraenti.

La sfida: creare l’anti-influencer

Abbiamo quindi chiesto ai ragazzi, divisi in squadre da 4 componenti secondo il format Social Challenge, di creare dei profili Instagram di personaggi poco popolari e di immaginare una loro giornata tipo attraverso post e storie. I risultati sono stati davvero divertenti e ci permettono di capire meglio le regole non scritte che gli adolescenti conoscono benissimo.

I personaggi creati

I ragazzi hanno quindi immaginato dei personaggi che non potrebbero spopolare su Instagram, degli anti-influencer. C’è, ad esempio, il kebabbaro che racconta per filo e per segno la propria giornata, il fan del Papa, il fan della serie animata Adventure Time, il professore di filosofia ambientalista, il fan del manga giapponese Naruto e il fan del videogioco Fortnite (e della religione).

Pirani Tamburino, il kebabbaro social
Il Papa è stato scelto come immagine per un profilo a sfondo religioso che ci tiene a precisare di “non commettere peccati”
Il cavallo di Adventure Time è diventato il personaggio di un profilo Instagram infantile
Dimitro Svazzino è un professore di filosofia ambientalista e non molto popolare
Questo profilo cerca di coniugare videogiochi e religione..il top dell’impopolarità!

Elogio dell’imperfezione e degli outsider

I ragazzi hanno ironizzato sull’ansia di apparire perfetti che domina Instagram, ancora più che altri Social Network. Hanno mostrato pranzi brutti e impiattati male, delusioni amorose, espressioni infantili e frasi decisamente poco accattivanti, tipiche di un target di utenti più “adulto” che, generalmente, non abita Instagram o che comunque i ragazzi non seguono.

Un pasto frugale e poco instagrammabile
Delusioni amorose
Una frase non molto instagrammabile
Intramontabili gattini
PeppaPig e Nuela, due trend del momento per bambini

Te lo dico con un meme

Altri ragazzi hanno invece giocato sui meme. Il linguaggio di Instagram, infatti, viaggia molto attraverso questo tipo di vignette umoristiche e modificabili dagli utenti. I ragazzi hanno dimostrato grande creatività e ironia nell’adattare immagini esistenti alla sfida lanciata durante l’Internet Festival, con risultati molto divertenti.

Un meme creato per la sfida
Meme a sfondo artistico
Anche Dimitro Svazzino si cimenta nei meme

Tre insegnamenti che ci portiamo a casa

Grazie a questa sfida abbiamo capito alcune cose sul rapporto tra Instagram e adolescenti:

1- Consapevolezza della distinzione tra reale e virtuale: i ragazzi sanno benissimo che ciò che viene postato su Instagram non è la realtà ma una selezione di ciò che è bello, che può apparire appetibile e invidiabile. Lo sanno perché essi stessi stanno attentissimi alla propria immagine social e a ciò che postano. L’immagine è fondamentale su Instagram, ma non manca la consapevolezza che la vita vera è un’altra cosa.

2- Mondi separati: i ragazzi non vogliono stare in luoghi abitati da adulti. Instagram è come il luogo di ritrovo, il muretto o il bar del quartiere. Se arriva un adulto e si intrufola nella conversazione dei ragazzi, i ragazzi scappano. Al tempo stesso, Instagram non è un luogo da bambini e pre-adolescenti: per loro c’è TikTok.

3- Se vuoi parlare agli adolescenti, fai un meme: il meme è il linguaggio preferito dai ragazzi, perché fa ridere, ma con intelligenza. Forse alla fine Instagram non è un luogo così superficiale come qualcuno vuol far credere. Per riuscire a starci dentro occorre tanto, tanto lavoro.

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