Artigianato toscano: perse 9 mila imprese durante la crisi

by Tommaso Rossi on 24 Aprile 2014

L’artigianato rappresenta un tassello fondamentale del mosaico produttivo della Toscana, eppure dall’inizio della crisi economica l’intero comparto è stato uno tra i più colpiti: il numero di imprese è passato dalle quasi 119 mila del 2008 alle 110.649 del 2013, con una perdita media di oltre 1.600 imprese l’anno. Secondo i dati Unioncamere nell’attuale congiuntura, la Toscana avrebbe visto diminuire del 7% il proprio patrimonio imprenditoriale artigiano, anche se l’intensità di tale crisi ha conosciuto gradazioni diverse a livello provinciale: si parte dal -2,3% di Massa-Carrara, al -2,4% di Prato, passando per il -5,2% di Firenze fino al -9,8% di Siena.

I dati ruvidi del settore sono quindi accomunati a livello regionale dal segno meno e le elaborazioni compiute da reteSviluppo, società di ricerca – spin off dell’Università di Firenze, rivelano che l’artigianato toscano, così come nel resto del Paese, ha pagato soprattutto la crisi del settore edilizio; tale comparto è stato il primo ad essere colpito nell’ormai lontano 2008 e ha riscontrato una diminuzione del numero di imprese dell’11% attestandosi, nel 2013, a 45.182. Un contributo negativo proviene anche dal settore Manifatturiero, il cui numero di aziende è diminuito del 4,6%: un comparto che comprende tutte le realtà dell’indotto della grande industria toscana e molte delle eccellenze regionali nei campi dell’artigianato tradizionale e artistico.

Segnali positivi provengono invece da alcuni settori minori dell’artigianato toscano in termini di numero di imprese: in agricoltura le aziende sono cresciute del 4,8% rispetto al 2008, così come nelle attività ricettive legate al turismo (+9,5%); è molto buono anche il saldo di imprese artigiane nei settori del Noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+18,7%). Tali dati, commenta il Presidente reteSviluppo Lapo Cecconi, segnalano in maniera evidente che “anche nell’artigianato è in atto un processo di terziarizzazione, ovvero di maggiore sviluppo di quelle attività legate ai Servizi”.

Il patrimonio di saper fare e strutture di impresa legate alla Manifattura restano tuttavia centrali per l’artigianato toscano: proprio nei giorni della Mostra dell’Artigianato, che si celebra a Firenze dal 24 aprile al 1° maggio, pare utile riportare al centro dell’agenda politica questo modo di fare impresa che per secoli ha rappresentato il nucleo dell’attuale struttura produttiva regionale e degli stessi distretti industriali toscani. Nell’ambito della formazione dei giovani, la Toscana si è già mossa nel 2012 con il Regolamento attuativo della legge che ha istituito le botteghe scuola (53/2008), dando la possibilità agli studenti, come nel Rinascimento, di imparare il mestiere al fianco di un maestro artigiano, apportando al contempo la propria formazione teorica e il proprio bagaglio di know-how legato alle nuove tecnologie per il design e la commercializzazione dei prodotti.

I passi da compiere dall’impresa artigiana per intraprendere il cammino della ripresa sembrano ancora tanti, ed investono soprattutto la dimensione organizzativa e gestionale dell’impresa: si tratta di micro o imprese individuali, che non hanno un chiaro sviluppo di competenze legate al marketing o a un approccio più competitivo verso i mercati esteri. La maggioranza delle eccellenze restano locali, e non crescono per via di una domanda interna ancora asfittica. Una prima soluzione a questi problemi strutturali dell’artigianato potrebbe venire proprio dallo sviluppo di servizi a supporto delle imprese, consentendo agli artigiani di uscire da logiche individualiste per sfruttare appieno le opportunità che prevengono dalle reti di impresa.

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